arturo
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Quando Jonhatan si ritirò, la figa di mia moglie rimase spalancata oscenamente come una ingorda bocca rossa. Il ragazzo di colore era rotolato, sfinito, al suo fianco e io potevo godere di quel perverso spettacolo che tanto mi eccitava. "Resta così, Sara!! Mi eccita guardarti ora" "Sei un porco perverso" Inginocchiato ai bordi del letto, mi avvicinai ulteriormente in modo da poter toccare con mano ciò che vedevo. Accarezzai delicatamente l'interno delle cosce di mia moglie. Accarezzai il monte di venere completamente rasato ma quando sfiorai il clitoride, Sara, mi disse che le faceva male. Evidentemente aveva goduto. Avevo sentito entrambi gemere. Avevo visto il cazzo di Jonhatan immobile piantato dentro di lei. Avevo visto contrarsi i coglioni del ragazzo mentre iniettavano sperma nel ventre di mia moglie. Da quella oscena bocca spalancata non usciva una goccia di sperma. Era tutta all'interno di lei. Salii sul letto e mi distesi accanto a Sara. La baciai e lei rispose al mio bacio. L'attirai sopra di me e le chiesi di accovacciarsi sopra la mia bocca. Sara, mormorando "Sei un porco", obbedì. Dalla sua figa cominciò ad uscire finalmente lo sperma di Jonhatan. Colava copioso nella mia bocca e io deglutivo e leccavo facendo attenzione di non sfiorare il clitoride. Jonhatan si girò verso di noi e abbraccio Sara cominciando a baciarla sulla bocca. Le palpava le mammelle e il ventre. Decisi che era arrivato anche il mio momento e allora impugnai il mio cazzo ormai pronto a scoppiare e mi masturbai. Solo pochi attimi e godetti con lunghi schizzi sulla mia pancia mentre i due, sopra di me, si baciavano e grugnivano. Scendemmo tutti dal letto e diedi una sonora sculacciata a Jonhatan dicendo " Dai corri farti una doccia che poi andiamo anche noi!" Jonhatan era bello. Aveva solo vent'anni e il suo corpo era splendido. Sara ne aveva cinquanta e poteva essere sua madre. Quando fummo tutti vestiti, chiesi a Jonhatan se si voleva fermare per la cena. "No zio, grazie. Un'altra volta!" "Come vuoi". L'accompagnammo fuori, prese la sua bicicletta. "Ciao zio, ciao zia!" Naturalmente Jonhatan non era nostro nipote ma a lui piaceva chiamarci così.
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