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nemo stories

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n67nemo

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#1
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un mio raccontino scritto parecchi anni ormistero
pazientate perche poi pi� avanti diventa cuck


Prologo
Incredibile. Se qualcuno mi avesse predetto come mi avrebbe ridotto una donna, l'avrei preso per pazzo. Mi sarei fatto una grande risata. Chiunque mi conosca lo avrebbe fatto. Io, abituato nella vita pubblica, come in quella privata ad impormi, a prendere le decisioni anche per gli altri. Io che mistero una permistera conosciuta in citt�, con un ruolo nella vita pubblica, noto per l'intransigenza delle mie posizioni, con un considerevole seguito tra la cittadinanza. Io che anche nelle relazioni sentimentali ho sempre avuto un ruolo dominante, che a letto ho sempre lentamente introdotto con le ragazze sfumature di sadomaso soft, di dominazione cerebrale. Io mistero stato completamente assoggettato da una donna, mistero lentamente, ma inesorabilmente scivolato in uno stato di vera e propria schiavit�. Intendiamoci, niente a che vedere con improbabili tutine in pelle e frustini da sex shop, niente a che vedere con "sedute di trattamento ginnico-sadomaso". Parlo di un rapportocontemporaneamente pi� sottile ma pi� totalizzante: mistero diventato molto semplicemente una sua "cosa", un passatempo per i suoi capricci, per le sue "lune" storte. Lei ha i suoi amanti, i suoi ragazzi, pi� o meno ufficiali, con loro esce la sera, si mostra in pubblico: io invece mistero qualcosa di molto di pi�, e di molto meno. Sono il suo divertimento, la sua valvola di sfogo, il suo schiavo.

Scricchiolii

Tutto � cominciato con quel modo che sembra casualit�, ma � sempre, invece, realizzazione di inconfessati desideri. Inconfessati anche a s� stessi. Anche con Lei infatti avevo un rapporto di sottile dominazione, cui sembrava essersi completamente adattata. A letto le ordinavo quello che volevo, fuori dal letto eravamo una normalissima coppia. Niente di
eccessivo: la facevo vestire in modo provocante, spesso senza mutandine, la costringevo a ripulirmi devotamente con la lingua dopo ogni scopata, la facevo stare per ore in ginocchio per lunghissimi pompini, la fotografavo in pose oscene, qualche volta la legavo al letto. Cose
insomma piuttosto blande, ma che mi davano una notevole soddisfazione.
Mi permettevano di progettare di giorno grandi notti di sesso, nelle quali sapevo di poter fare assolutamente quello che volevo, sicuro che Lei, sorridendo eccitata e con lo sguardo umilmente basso, mi avrebbe volentieri accontentato. Il tempo passava e questo tipo di relazione rimaneva sospesa in un limbo tra l'impossibilit� di osare di pi� e l'incapacit� di tornare ad un m�nage normale. Il rapporto, come spesso accade in questi casi, and� logorandosi in una routine senza senso dopo pochi mesi. Con la passione sessuale se ne and� anche l'affiatamento di coppia e, non senza rimpianti, ci lasciammo. Ognuno trov� nuovi amori e nuove passioni, pi� o meno duraturi e soddisfacenti. Ma ci tenemmo in contatto. Una sera in cui ci rivedemmo, complice il buon vino delle nostre terre, ritrovammo istintivamente le antiche passioni e cominciammo a vederci, clandestini, per fugaci amplessi "automobilistici". I nostri rispettivi partners erano all'oscuro di tutto ed a noi ci� procurava una ritrovata intesa fatta di sotterfugi e piccole bugie senza l'obbligo di vincoli sentimentali. Anche il rapporto di dominazione su di Lei, liberato dai precedenti vincoli sentimentali, si caric� di nuova energia. Iniziai a pretendere di pi�, a sperimentare nuove prove cui sottoporLa. Le inserivo un tubo, delle dimensioni di un porta-rullino fotografico nell'ano, fissato con una cordicella alla cintura dei pantaloni e la costringevo ad uscire con questo scomodo ed imbarazzante ospite. Il linguaggio ed i gesti divenivanno pi� secchi, netti. Spogliati dell'obbligo di una relazione sentimentale che non c'era pi� potevamo osare. Fu allora che, non ricordo in che modo, mi venne l'idea di proporLe l'inversione dei ruoli. E' questo il fatto veramente sorprendente: dopo quasi due anni di convinta, e convincente, sottomissione, Lei si rivel� completamente a suo agio nel nuovo ruolo di dominante. Era come se non avesse mai fatto altro. Era come se fosse stata una padrona per tutta la vita, come se fosse consapevole di essere di una razza superiore. E forse lo �. Inizialmente si tratt� di piccole sfumature, di mezze frasi e gesti che mi eccitavano in maniera incredibile. E Lei appariva instancabile ed insuperabile nel suo nuovo ruolo. I nostri fugaci incontri notturni iniziavano ad essere dedicati esclusivamente al sesso perch� Lei voleva cos�. Andavamo con la mia macchina lungo stradine di campagna ed iniziavamo maratone sessuali che finivano quasi all'alba. Lei mi dava ordini secchi, decideva cosa dovevo farLe, come dovevo prenderLa:
"Leccami le tette" Mi diceva.
"Mettimelo dentro" Mi ordinava, con tono secco.
n67nemo

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#2 
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seconda parte

Mi bloccava le mani sopra la testa e mi saliva sopra. Da quando comandava Lei la posizione era sempre la stessa: Lei sopra ed io sotto. Questo nuovo rapporto era per me qualcosa di sensazionale, di vitale. Inevitabilmente cominciai a trascurare la mia, ufficiale, vita sentimentale ed a dipendere in maniera profonda da Lei. Ma contemporaneamente maturavo al precisa sensazione che per Lei non fosse lo stesso. Il mio rapporto con altre donne e con la fidanzata and� concludendosi e mi ritrovai a tuffarmi anima e corpo nel lavoro in attesa di una Sua chiamata. Lei invece continuava la Sua relazione di sempre, mi parlava del suo ragazzo e degli altri suoi amici ed amanti con fredda naturalezza. Ma era nel linguaggio che usava con me e nei suoi comportamenti che iniziava una profonda trasformazione del nostro rapporto che, non lo sapevo allora, mi avrebbe portato all'attuale stato di schiavit�. Inizi�, cosa che nemmeno io avevo fatto con Lei quando ero in posizione dominante, ad usare parole crude, ed umilianti, inizi� ad offendermi, a trattarmi con fredda irritazione. ma continuava a cercarmi a fissarmi appuntamenti. Ed io rimanevo trepidante in attesa, coinvolto sempre pi� in questo rapporto ed eccitato al solo sentire la sua voce.
"Sbrigati, cretino, calati i pantaloni"
Mi diceva con aria spazientita, poi senza togliersi la gonna si sfilava le mutandine e, dopo avermi fatto annusare la parte di stoffa a diretto contatto con il Suo sesso
"Annusa, ti piace? Hai il cazzo abbastanza duro per i miei gusti, stronzo?"
Mi ficcava in bocca le mutandine e mi saliva sopra infilandosi dentro il cazzo con le sue mani.
"Cos� starai zitto, e vedi di farmi divertire!"
Mi telefonava per darmi appuntamenti anche solo con pochi minuti di preavviso, ed io trovavo sempre qualche scusa per riandare i miei impegni e correre da Lei. A volte dovevo limitarmi ad usare a lungo la mia lingua o le mie dita, a volte avevo la fortuna di capitare in giornate in cui aveva particolarmente voglia e scopavamo anche tre volte consecutivamente. Non sarebbe corretto dire "scopavamo" perch� senza ombra di dubbio, come lei non rinunciava mai a ricordarmi era Lei a scoparmi. Ad usarmi.
�Se ti azzardi a "venire" prima di me finisci male.�
Mi faceva rimanere in ginocchio a leccarla in mezzo alle gambe mentre Lei seguiva svogliatamente qualche programma televisivo, o mentre telefonava ai Suoi amici per fissare appuntamenti per la serata. Poi, come una sfera in un piano inclinato, cominciammo a prendere velocit�. Il rapporto di dominazione divenne sempre pi� totalizzante, la mia sottomissione sempre pi� incondizionata. Le sue pretese sempre maggiori ed il mio "addestramento" veniva messo alla prova costantemente. Le piaceva raccontarmi le Sue avventure e le scopate, si dilungava nei particolari mentre io devotamente la stavo leccando tra le gambe:
�l'altra sera ho conosciuto un ragazzo eccezionale, ci mistero finita a letto dopo due ore.�
Non si risparmiava paragoni e giudizi umilianti.
�Aveva un cazzo fenomenale gli ho fatto un pompino da urlo, ti piacerebbe un pompino? fammi vedere, hai il cazzo duro? beh te lo puoi scordare, pensa a leccare !�
E con piccolo nervoso calcio mi colpiva i testicoli. Non nascondo che io dal nostro rapporto avrei ovviamente voluto di pi�, avrei voluto essere s� il suo schiavo, ma possibilmente anche l'unico per Lei. Non sapevo in realt� cosa mi aspettava. Un sera dopo l'ennesima travolgente scopata, a casa sua, cercai di parlarLe del mio desiderio di accompagnare la nostra particolarissima intesa sessuale con anche un rapporto pi� stretto fra noi. Mi ricordo come fosse ora lo sguardo gelido ed ironico al tempo stesso, che mi rivolse.
�allora non hai capito nulla, tu per me sei solo un passatempo, con te ci mistero gi� stata insieme, e non ho nessuna intenzione di tornare indietro. Ho le mie storie ed i miei progetti e tu non ne fai parte. Se non come mio divertimento segreto, mi dispiace ma cos� stanno le cose; � meglio tu lo sappia. E ti adegua.�
Forse fu il tono beffardo, forse fu il fatto che appena avendo appena scopato quelle parole non provocarono in me la solita violenta eccitazione. Provai un senso di disgusto e smarrimento e decisi di andarmene senza una parola. Lei mi ferm� sulla porta sorridendo dolce, mi diede un bacio sfiorandomi le labbra.
�Non odiarmi ti ho detto la verit�, non � meglio cos� ? �
La baciai a mia volta e me andai. Seguirono giorni di tormento, non riuscivo nemmeno per un attimo a non pensare a Lei e, devo ammetterlo, ogni volta mi eccitavo. La mia vita nelle due settimane successive divenne un inferno, ogni cosa mi sembrava inutile e stupida. Provai anche ad uscire con qualche vecchia amica, ma fu tutto inutile. Una sera, era l'inizio della scorsa estate, per caso mentre aspettavo alcuni amici in un bar del centro, seduto nei tavolini esterni, arriv� Lei con un uomo molto pi� vecchio, Lei allora non aveva ancora compiuto 26 anni. Era splendida in minigonna ed una camicia generosamente aperta sul suo seno. I capelli biondi, leggermente ricci, sciolti lungo le spalle, la pelle dorata dal sole. fece finta di non vedermi. Parlava fitto con quello che poteva essere suo padre carezzandogli le mani ed i capelli, ridendo e baciandolo ripetutamente. Per me quello fu veramente troppo. Scappai in un altro bar dove, come da copione, mi ubriacai stressando il barista e met� degli avventori con un misto di pessimismo cosmico leopardiano ed il peggio dei luoghi comuni misogini tipici dei maschi sconfitti. Inevitabilmente la mattina dopo, smaltita la sbornia, non potei fare a meno di telefonarLe chiedendo di vederLa.
�S� ti avevo visto ieri sera ma ero in compagnia.�
Allora balbettai uno sfiduciato:
"Possiamo vederci?"
"s�" Mi rispose. "domani sera alla nove da me, ma conosci le condizioni"
E riattacc�.
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